Quando il manifesto diventa arte, storia, cultura

Il progetto inaugurale del Museo nazionale Collezione Salce intende proporre
un campionario di eccellenze della raccolta, connotandone in modo spettacolare
la rinnovata e permanente esposizione in Treviso. Una sorta di antologia della grafica
pubblicitaria per come la scelse e la conservò Nando Salce, dalla prima giovanile
acquisizione del 1895 fino alla scomparsa, nel dicembre del 1962. Mai prima, infatti,
si era interrotta la sua appassionata, vorace e fortunata attività di raccolta, giunta
alla consistenza di oltre 25.000 pezzi e destinata per volontà testamentaria allo Stato
italiano perché serva a studio e conoscenza di studenti, praticanti e amatori delle
arti grafiche.
La Belle Epoque è il primo di tre eventi espositivi dedicati alle eccellenze, incentrato
su materiali datati tra la fine del ‘800 e la prima guerra mondiale.
Ripropone i fasti di un momento storico tra i più vivaci e innovativi dell’epoca
moderna, caratterizzato da grandi trasformazioni urbane e di costume: le
Esposizioni Universali, l’architettura del ferro e del vetro, la bicicletta e l’automobile,
la luce elettrica, la moda per tutti, i cabaret, l’assenzio e lo champagne. Un’epoca
che, nonostante le oggettive diseguaglianze e povertà, ammantò se stessa di
un’esuberante joie de vivre, decorata di fiori e scintillante di luci. Un’epoca in cui,
come ebbe a dire il grande Marcello Dudovich, “non si poteva non avere fiducia
nell’avvenire”.
Un’epoca che, come noto, fu anche indiscutibilmente l’age d’or del cartellonismo,
di quelle grandi immagini colorate, subito popolari e amatissime, che tappezzarono
i muri delle città e sollecitarono vere e proprie manie, dalla Parigi dei café chantant
fino alla provinciale Treviso del giovane Nando Salce.
Ogni linguaggio artistico, in quell’epoca, si fece manifesto, a fini commerciali o
anche semplicemente ideologici: dai retaggi accademici ai fitomorfismi modernisti
al rigore austero e raffinatissimo delle Secessioni germaniche.  

Seguiranno:
2. Tra le due guerre
3. Dal secondo dopoguerra al 1962  

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